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Il fallimento dell’EXPO

“Leggiamo la lettera che il commissario Wilckinson ha inviato al Commissario dell’EXPO Sala e alla presidente Bracco per esprimere la preoccupazione per i ritardi nell’esecuzione del padiglione dell’Unione europea nell’area del Cardo.
Sarà che a noi non sorprendono questi ritardi, ma ci sembra lecito chiederci come mai l’Unione Europea, in quanto Unione di più Stati, non scriva ad Expo per fare riflessioni di più ampia portata, che coinvolgano più Stati membri iscritti ad Expo e non solo per un padiglione.
È davvero la prima volta che l’Unione fa sentire la sua voce?
L’Unione europea si è scomodata solo per avere aggiornamenti su un padiglione all’interno del padiglione Italia? Davvero l’UE è così attenta e interessata ad Expo?
Perché il commissario addetto all’Expo dell’Unione europea non si è mai scomodato per esprimere “grande preoccupazione” per quanto si è verificato in questi anni in tema Expo? Facciamo solo qualche esempio, ma solo a titolo esemplificativo, per ovvie necessità di sintesi:
– più di 2 anni, con passaggi intermedi, buttati per definire l’amministratore delegato di Expo SPA
– tre anni di stupefacenti giravolte con i proprietari dell’area per definire un accordo che accontentasse tutti
– solo nel 2012 vengono assegnati i primi due grossi appalti
– numerosi interventi per tentare di dare una parvenza di legalità a una grande opera che era scritto sin dall’inizio che non sarebbe stata esente da mafie e corruzione: stipula di protocolli legalità, prima versione, seconda versione e terza versione, costituzione di gruppi interforze, di comitati di controllo e alta sorveglianza grandi opere, comitati antimafia, commissioni antimafia, comitati trasparenza appalti pubblici, prefetture, autorità nazionali, etc.
– numerosi dossier, relazioni, rapporti, allarmi, interdettive, denunce, ricorsi, infiltrazioni mafiose, irregolarità, arresti, cupole degli appalti, etc
– Co.Ve.Co, dell’Ati Italiana Costruzioni, di dubbia reputazione per quanto si legge sulla stampa e che ha in mano proprio un subappalto del padiglione Italia dove sarà ospitata l’unione europea.
Ci fermiamo qui con gli esempi, per evitare di riscrivere un dossier expo aggiornato e puntuale che necessiterebbe di una fascicolatura corposa.
Eppure non abbiamo mai sentito o letto di lettere dell’Unione europea.
Perché il dottor Wilckinson non si preoccupa della corruzione e della ‘ndrangheta chiedendo, dall’alto del suo ruolo, che tutti i Paesi stranieri che parteciperanno ad Expo, aderiscano obbligatoriamente al Protocollo della legalità al pari delle aziende per gli appalti “italiani’?
L’Italia è colpita da un’inguaribile malattia: negare l’evidenza, nascondendo la polvere sotto il tappeto.
Non ci dispiacerebbe che l’Unione europea fosse stimolo positivo per perdere questo brutto vizio, che tanto piace anche al Presidente del consiglio Renzi.
Sollecitare la fretta proprio durante l’ultimo miglio sorprendendosi ingenuamente dei ritardi ha invece il sapore della richiesta di andare in deroga e per vie urgenti in barba alle leggi, pur di ottenere il risultato, altra malattia che ha colpito l’Italia da decenni.
Non abbiamo bisogno che l’Europa rinforzi i nostri peggiori difetti, pretendiamo che la stessa tuteli i Paesi membri dagli scempi e dai disastri a spese dei cittadini.
Ma forse questa è un’utopia: non si sarebbe mai dovuto realizzare un Expo nel Paese piu corrotto d’Europa. 
Non lo smetteremo mai di ripetere, abbiamo bisogno di tante piccole opere e di una classe dirigente politica e non, italiana ed europea, che esca dal vecchio e defunto paradigma che ha portato al collasso alcuni Paesi, per rinascere con modelli economici, culturali e linguistici rivoluzionari.
Se questo è il modello che l’Europa vuole rappresentare allora va cambiato. Subito.
Presenteremo un’interrogazione al Commissario europeo per chiedere i motivi del suo silenzio sui ben più grossi problemi di Expo (corruzione, infiltrazioni mafiose, ecc).
Sveglia Europa!”
I portavoce M5S lombardi in Regione, Parlamento e UE

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