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Referendum: non facciamoci fregare dalla propaganda del PD

Dal blog del portavoce M5S Gianmarco Corbetta 

 

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Ad un osservatore minimamente onesto dal punto di vista intellettuale, non può sfuggire che gli unici veri vincitori nella partita che si è giocata in Regione nei mesi scorsi e che ha avuto il suo apice ieri in Consiglio siamo stati noi del MoVimento 5 Stelle.

Abbiamo difatti ottenuto che passasse un nostro progetto di legge sul voto elettronico (primi in Italia) e che venisse approvato un referendum consultivo sull’autonomia regionale nel pieno rispetto della Costituzione. Su quest’ultimo si sono scatenate molte polemiche alimentate ad arte da un PD lombardo in evidente stato confusionale. Ma partiamo dall’inizio

CENTRALISMO O AUTONOMIA REGIONALE?

Il governo Renzi sta tagliando risorse alle Regioni e ha avanzato una proposta di riforma della Costituzione che mira a togliere moltissime delle competenze oggi in capo alle Regioni per portarle allo Stato centrale. Il disegno è chiaro: svuotare di soldi e competenze le Regioni, farle diventare delle scatole vuote e accentrare tutto il potere presso lo Stato centrale.

Solo quest’anno i trasferimenti alla Lombardia sono stati ridotti di ben 1 miliardo di euro, mentre il cosidetto residuo fiscale, cioè la differenza tra quanto i cittadini lombardi pagano in tasse e quanto ricevono in servizi, è giunto a 54 miliardi di euro l’anno.

Non conto più le volte in cui ho avanzato delle proposte e mi sono sentito rispondere dalla giunta regionale: “si, siamo d’accordo con te, ma non ci sono i soldi per farlo”. Ma non basta: se passasse questa riforma costituzionale, dal giorno dopo io non dovrei più ricevere comitati, associazioni, gruppi di cittadini che mi chiedono di intervenire per questioni ambientali o del loro territorio, perché la Regione non avrebbe più alcun potere! L’unica cosa che potrei fare è dire loro: “cari cittadini, compratevi un biglietto per Roma, chiede un appuntamento al Ministero e tanti auguri!”.

Tutti, ripeto, tutti i partiti in Lombardia sono contrari a questo accentramento e tutti (Pd e Civica Ambrosoli compresi) vogliono una Lombardia con maggiori risorse finanziare e maggiori competenze, così da gestire il denaro pubblico in modo più efficiente e mantenere il centro decisionale il più vicino possibile ai cittadini e ai territori.

REFERENDUM SI, REFERENDUM NO

Le critiche del centrosinistra sono arrivate non sulla volontà di maggiore autonomia, ma sulla richiesta di referendum, che rappresenterebbe un inutile spreco di denaro in quanto l’esito sarebbe scontato (tutti i lombardi voterebbero si); inoltre, dicono, la Regione potrebbe già ora farsi avanti con Roma senza bisogno di consultare i cittadini.

Si potrebbe semplicemente rispondere che la democrazia ha un costo e che spendere soldi per consultare i cittadini non è mai uno spreco. E che i 30 milioni inizialmente preventivati dalla giunta si riducono, secondo le ultime stime, a 15 milioni grazie al voto elettronico da noi voluto. E che tale cifra potrebbe essere ulteriormente ridotta se la consultazione venisse abbinata ad una tornata di elezioni amministrative.

Ma quello che i piddini lombardi si guardano bene dal dire è che questo referendum serve per dare peso politico alle richieste della Regione; richieste che sono già state avanzate a Roma e che Renzi ha del tutto ignorato!

Abbiamo già votato in Consiglio vari atti che chiedevano a Renzi maggiore autonomia e risorse per la nostra Regione, abbiamo anche convinto tutti i parlamentari lombardi (di tutte le forze politiche) a fare altrettanto e il risultato ottenuto è stato zero! E’ evidente che una ulteriore richiesta da parte della Regione non avrebbe avuto alcuna speranza di esito positivo. L’ultima carta da giocare è proprio il referendum: solo di fronte al voto di milioni di cittadini si può sperare che il governo centrale molli la presa. E’ questo il senso del referendum!

Quindi spendere 15 milioni di euro per indire il referendum che può darti la spinta giusta per ottenere di poter gestire direttamente e in modo più efficace svariati miliardi per il tuo territorio, il tuo ambiente, il mercato del lavoro, le imprese ecc. rappresenta chiaramente un investimento più che giustificato.

5 STELLE STAMPELLA DELLA LEGA? CASOMAI IL CONTRARIO

Ieri siamo stati l’ago della bilancia in quanto la proposta di referendum per passare aveva bisogno di due terzi dei voti e la maggioranza da sola non aveva i numeri. E i piddini, in evidente difficoltà non sapendo come barcamenarsi tra le richieste dei cittadini di maggiore autonomia e il centralismo renziano, hanno pensato bene di accusarci di fare da stampella alla Lega.

Quello che fanno finta di non sapere è che il testo del referendum approvato ieri è esattamente il testo del MoVimento 5 Stelle! La Lega, dopo i vagheggiamenti sull’indipendenza della Padania, la macroregione, la promessa di trattenere il 75% delle tasse e amenità varie, aveva proposto di fare un referendum sulla Lombardia a statuto speciale (come il Trentino Alto Adige, tanto per intenderci). Peccato che fosse un referendum palesemente incostituzionale!

Siamo stati noi a proporre di utilizzare gli strumenti messi a disposizione dalla Costituzione, cioè usare la facoltà che la Costituzione concede alle Regioni di andare a negoziare “ulteriori forme di autonomia” con lo Stato centrale. Siamo stati chiari fin da subito: o così o non se ne parla. E la Lega ha abbassato le orecchie e si è piegata.

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Poi ognuno cerca di strumentalizzare i fatti e portare acqua al suo mulino, è normale in politica. Ma le cose sono andate in questo modo. E’ stata una vittoria del MoVimento su tutta la linea e per fortuna qualche giornale se ne è accorto!

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E lo ha dovuto ammettere anche Maroni:

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