Ambiente e Protezione Civile Gianmarco Corbetta

Valutazione di Impatto sulla Salute (VIS): passi avanti in Regione Lombardia ma la strada è ancora lunga

VIS

Su richiesta del MoVimento 5 Stelle, la Commissione Ambiente del Consiglio Regionale ha incontrato i tecnici della Giunta per discutere il tema della Vis, la Valutazione di Impatto sulla Salute riguardo le opere da realizzare sul territorio.

Nell’ultimo decennio si è fortunatamente assistito ad una aumentata sensibilità delle comunità locali rispetto alle procedure di Valutazione di Impatto, in particolare sul tema dei rischi ambientali e per la salute umana.

Vari governi europei hanno adottato la VIS; dando seguito alle indicazioni internazionali, alcuni l’hanno normata, altri hanno preso un impegno per inserirla nell’agenda politica, altri ancora hanno finanziato progetti pilota.

La Commissione Europea ha incluso aspetti della salute umana nelle proprie direttive sulla valutazione d’impatto ambientale, oltre a prevedere la graduale introduzione, a partire dal 2003, di procedure di valutazione di impatto integrate per tutte le principali iniziative presentate nella strategia politica annuale oppure in seguito nel programma di lavoro della Commissione.

L’Italia oggi presenta numerose carenze normative e applicative rispetto alle raccomandazioni  internazionali e alla completa applicazione delle indicazioni europee sulla VIS.  Inoltre non c’è adeguata chiarezza sulle relative procedure applicative, con la conseguenza che spesso la valutazione della componente salute è disattesa o trattata in modo insufficiente ai fini decisionali.

In assenza di una normativa specifica sulla VIS, la Regione si sta muovendo in due direzioni. La prima, la partecipazione ad un accordo, stipulato tra regione Lombardia, regione Emilia Romagna e  ASL Di Bergamo, per la redazione delle linee guida nazionali per la Valutazione d’Impatto sulla Salute (VIS), di cui al programma 2013 del Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle  Malattie (CCM).

La seconda direzione, intrapresa nel gennaio del 2014, è quella di definire in modo puntuale e stringente le linee guida per la valutazione sulla componente salute nella VIA (valutazione di impatto ambientale) e nella VAS (valutazione ambientale strategica). La valutazione della componente salute in questi procedimenti è già prevista dalla legge da molto tempo, ma sostanzialmente mai attuata in Italia o evasa con formule molte generiche e del tutto inefficaci.

Questo significa che già da un anno abbondante tutti i progetti che vengono sottoposti a Via o Vas in regione Lombardia devono prevedere uno studio serio (e non, come avveniva prima, molto generico) sull’impatto che l’opera avrà sulla salute dei cittadini.

Si tratta senza dubbio di un passo in avanti molto importante, anche se il tutto è ancora “in progress”… Le principali criticità riguardano il fatto che, al pari delle altre valutazioni di impatto previste dalla Via e dalla Vas, lo studio è in carico al proponente dell’opera (cioè del consulente specialistico che viene pagato e riceve l’incarico di studiare l’impatto sanitario da parte del proponente dell’opera). C’è quindi un evidente problema di terzietà e indipendenza del soggetto che fa lo studio nei confronti di chi intende costruire l’opera.

La seconda criticità riguarda l’effettiva presenza di competenze professionali all’interno delle ASL provinciali. L’ASL, oltre al compito di fornire tutti i dati richiesti dal soggetto che fa la valutazione, deve anche valutare l’adeguatezza dello studio, una volta che viene presentato. E non è chiaro se ad oggi le Asl abbiamo le reali competenze per fare questa analisi.

Infine resta da capire il reale “peso” che la valutazione di impatto sanitario ha nella concessione del titolo autorizzativo per procedere con la realizzazione dell’opera. In poche parole, se da questa valutazione emerge un reale impatto sulla salute dei cittadini, che si fa? L’opera viene bloccata oppure no?

Quindi, in definitiva, la direzione intrapresa è quella giusta ma restano ancora alcuni nodi da sciogliere prima di poter cantare vittoria e dire che vi sia una reale tutela della salute pubblica in relazione alla realizzazione di opere o impianti impattanti.

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