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STOP alla discarica di amianto di Cava Manara (PV): troppo vicina alle risaie, lo vieta la legge!

“Nella nuova interpellanza M5S, ho sollevato un nuovo criterio ostativo per rigettare il progetto di discarica di amianto: la vicinanza della discarica alle risaie, peraltro comprovata da tutte le cartografie regionali attuali. Essa è in contrasto con la fascia di rispetto, prevista dalla legge 152/2006, legge che parla chiaro al riguardo: divieto di insediamento di impianti di gestione rifiuti a meno di 200 metri dalle risaie. Questo divieto non solo è decretato da una legge statale (l. 152/2006 art. 94, comma 4), ma è presente anche nella legge sulle discariche.

Ci sarebbe da domandarsi come possa proseguire l’iter autorizzativo in Regione in presenza di tale macroscopico divieto ed è sconcertante che gli stessi tecnici di Regione non lo abbiano sinora preso neanche in considerazione. Riesce difficile credere che non si siano accorti che la discarica sorgerebbe in mezzo a rogge e risaie in barba alle leggi vigenti.

Il fatto che la nostra provincia sia, ormai di fatto, diventata la discarica della Lombardia, preda di speculatori senza scrupoli, è sotto gli occhi di tutti, ma non ha insegnato niente a chi ci governa e che ha governato indisturbato il nostro territorio in questi ultimi 10 anni. Prova ne è che progetti che dovrebbero essere stralciati, seduta stante, per violazione delle normative, come quello delladiscarica di amianto a Cava Manara o della pirolisi a Retorbido, vengono tenuti in vita da commissioni di tecnici sempre più insidiose ed abili nell’aggirare ogni vincolo ostativo riscontrato da comitati, associazioni, tecnici ambientalisti, spesso ergendosi essi stessi a principali difensori del progetto. Non è raro, poi, assistere al teatrino della politica che, fingendosi contraria a parole, scarica tutta la responsabilità su questi tecnici, come se i cittadini fossero degli idioti o non fossero in grado di capire che il lavoro dei tecnici si muove all’interno di un solco politico preciso, dettato da scelte politiche effettuate rigorosamente al chiuso delle stanze dei bottoni.

In un territorio, come quello pavese, in cui la media dei tassi tumorali supera la media regionale e nazionale, e in cui si riscontra, dopo Milano, il più alto numero di decessi per inquinamento di tutt’Italia, bisognerebbe fermarsi quanto meno a riflettere ed incrociare i dati sanitari con quelli ambientali per capire che, qui, a guadagnarci non sono i cittadini e il territorio, ma le lobby degli speculatori, mascherati da improvvidi zorro della green-economy che di “green” hanno solo la bandiera, e che si sono insediati indisturbati da lungo tempo, perché qualcuno glielo ha permesso, senza frapporre ostacoli e persino dando loro garanzie di poter procedere sicuri di ottenere autorizzazioni.

E così accade, che – non paghi della recente approvazione regionale di una discarica di amianto in Lomellina a Ferrera Erbognone, peraltro confinante con la più grande raffineria d’Europa, Regione Lombardia proceda liscia come l’acqua anche sul progetto di un’altra discarica di amianto a Cava Manara, nel bel mezzo delle risaie e delle rogge, in barba a tutti i più evidenti vincoli di legge.

Nella nostra interpellanza, a corollario di questo macroscopico vincolo, abbiamo fatto presente che il progetto della discarica non contiene una valutazione delle possibili alternative tecnologiche e logistiche al conferimento dell’amianto in discarica, cosa che, secondo l’ordinamento nazionale e comunitario, dovrebbe essere l’estrema ratio nella gestione rifiuti. Inoltre, anche il carattere “in rilevato” del progetto (che prevede l’innalzamento di una collinetta) non è ammissibile, per stesso parere rilasciato dalla Direzione Generale Struttura e Paesaggio di Regione Lombardia (parere rilasciato il 25 maggio 2016 alla Commissione di VIA).

E ancora: si sta decidendo se approvare una seconda discarica di amianto sul territorio pavese, quando in realtà mancano le linee guida regionali sulla localizzazione delle discariche di amianto. In assenza di tali linee guida, e quindi in assenza di criteri scientifici sulle tipologie di terreni adatti ad ospitare discariche di amianto, la localizzazione a Cava Manara appare solo frutto del “caso” o meglio della disponibilità dei terreni. Infine, non è stato minimamente preso in considerazione l’effetto cumulo degli inquinanti (non solo l’amianto, ma anche le emissioni dei camion pesanti in entrata e in uscita dalla discarica).

Fra rifiuti radioattivi, pneumatici fuori uso, fanghi tossici, inceneritori e amianto, la nostra Provincia è ormai una discarica a cielo aperto, maglia nera per le morti da inquinamento. Il M5S continuerà ad opporsi strenuamente e con determinazione e competenza a queste scelte politiche errate, proponendosi invece quale forza di governo alternativa che opera sul territorio in stretta sinergia con cittadini, comitati e associazioni per la tutela della vocazione dei nostri territori e per il loro sviluppo sostenibile . Se vogliamo creare lavoro e occupazione, dobbiamo prenderci cura delle nostre terre, non depredarle, e saper valorizzare le nostre ricchezze agricole, turistiche e paesaggistiche”

Iolanda Nanni, portavoce M5S in Regione Lombardia

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