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K-Flex: la fotografia di un paese allo sbando

La vicenda della K-Flex è la fotografia di un paese alla sbando, dove le grandi aziende fanno quello che vogliono e dove il governo italiano non è mai un interlocutore, mai un protagonista, ma solo un soggetto passivo in affanno che tenta di mettere delle pezze quando i giochi sono già stati fatti. Dove le nostre eccellenze vengono comprate da investitori stranieri, o come in questo caso delocalizzano per guadagnare di più, anche per colpa di politiche economiche e sul lavoro fallimentari. Domenica mattina i portavoce regionali del M5S Stefano Buffagni, Gianmarco Corbetta e Dario Violi, con Luigi Di Maio e Davide Tripiedi e il sindaco di Vimercate Francesco Sartini, sono stati in visita al presidio dei lavoratori della K-Flex, dopo che nell’incontro di venerdì al ministero tra sindacati, azienda e governo, il colosso ha ribadito la chiusura del sito di Roncello e il taglio di 187 operai. La multinazionale italiana, nonostante sia in salute, come dimostrano gli utili a bilancio, ha deciso di delocalizzare la produzione in Polonia e con un colpo di spugna gettare nel baratro i lavoratori e le proprie famiglie. Questo significa  fare speculazione sulla pelle di quei lavoratori che per anni hanno sudato per far diventare una piccola azienda una grande multinazionale. Lavoratori usa e getta.  Gli stessi che mesi fa hanno istruito i colleghi polacchi, senza sapere che l’azienda aveva già in programma di licenziarli tutti. Inoltre il paradosso è che la K-Flex ha beneficiando di 12 milioni di fondi pubblici, di cui quasi 1 milione a fondo perduto. Uno Stato serio non dovrebbe permettere alle aziende che hanno percepito finanziamenti pubblici di delocalizzare la produzione. Uno Stato serio si farebbe rispettare e si farebbe ridare fino all’ultimo euro. In Italia invece i furbi vincono sempre e i lavoratori sono costretti a presidiare 24 ore al giorno l’azienda per evitare che spostino tutti i macchinari all’estero. Nonostante tutto questo l’azienda ha confermato anche al Governo, come già fatto in Regione Lomabrdia, di non avere intenzione di fare un passo indietro. Un atteggiamento inaccettabile che il M5S combatterà a tutti i livelli istituzionali.

M5S Lombardia

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