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IRCCS San Matteo, buco da 46 milioni di euro: a che punto sono gli adempimenti del Piano di recupero?

Le tempistiche del “Progetto di Recupero dell’Efficienza Contabile e Amministrativa dell’IRCCS SAN MATTEO”, redatto dal nuovo Consiglio di Amministrazione, prevedevano una serie di adempimenti, fra cui il riordino della governance interna ed il censimento completo degli immobili, da effettuare entro ottobre 2016.

La Capogruppo M5S in Regione Lombardia, Iolanda Nanni, già prima firmataria a luglio 2016 di un’ interrogazione sulle gravissime criticità gestionali emerse al San Matteo di Pavia, ha oggi depositato una nuova interrogazione (leggi qui) e dichiara: “Con un buco da circa 46milioni di euro, al San Matteo non sono ammissibili ulteriori lungaggini. Vogliamo sapere a che punto è il Progetto di recupero e se sono state rispettate le scadenze sui principali adempimenti. Infatti, nel periodo intercorrente fra marzo ad ottobre 2016, bisognava avviare il riordino complessivo della governance interna e completare il censimento degli immobili del San Matteo. Inoltre, si erano preannunciate delle esternalizzazioni finalizzate a un risparmio di costi: vogliamo sapere se verranno avviate e con quali previsioni di risparmio.”

“La due diligence della società KPMG – continua Nanni – e il Progetto di recupero approntato dal nuovo Consiglio d’Amministrazione del San Matteo, insediato con il compito di risanarlo e regolarizzarne la gestione interna, hanno fatto emergere gravissime e vergognose criticità in ambiti cruciali della gestione dell’Ente. In particolare è stata riscontrata la mancanza di un censimento completo degli immobili, la mancanza di criteri contabili uniformi, le carenze nell’organigramma e l’insufficienza delle risorse amministrative. Cito testualmente dal Piano di recupero, secondo cui nelle passate gestioni dell’Ente si sarebbe verificata una «inattendibilità dei dati amministrativi e contabili», nonché un «Forte disordine nei processi basilari di Governance (deleghe, preparazione delibera di C.d.A., funzionamento C.d.A., responsabilità e funzioni Collegio Sindacale) con governance confusa e deresponsabilizzata». Affermazioni pesanti e gravissime, queste ultime, su cui speriamo che la Corte dei Conti faccia presto luce.“

“Alla base del risanamento del San Matteo – continua Nanni – occorre revisionare completamente la sua governance interna, con scadenze temporali stringenti fissate dal Piano di recupero stesso, che prevedevano già entro entro luglio 2016 il censimento completo degli immobili ed entro settembre 2016 il riordino complessivo della governance interna. E’ stato fatto? Sono proprio questi i temi oggetto della mia interrogazione che intende incalzare la Regione affinchè il risanamento sia avviato celermente e rispettando tutte le prescrizioni adottate.”

“Inoltre – conclude Nanni – l’interrogazione chiede conto del possibile processo di esternalizzazione di servizi ed attività attualmente svolte da risorse interne: questo processo ci preoccupa molto, poiché il piano di recupero parla genericamente di esternalizzazione di 250 lavoratori ma non specifica in quali settore e campi di attività. Come M5S, siamo contrari alle esternalizzazioni che, salvo rare eccezioni, si risolvono purtroppo quasi sempre in un peggioramento dei servizi e delle condizioni di lavoro, quindi riteniamo che se il nuovo CDA dovesse avallare un piano di esternalizzazioni, i lavoratori del San Matteo dovrebbero essere i primi ad esserne informati. Il San Matteo infatti può vantare, nel panorama della sanità pubblica lombarda e nazionale, un nome di tutto rispetto proprio grazie alla dedizione ed alta professionalità dei suoi dipendenti, non altrettanto può dirsi di chi in questi decenni lo ha amministrato e portato sull’orlo del collasso. ”

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