I nostri progetti di legge

Redazione Staff

Tutti i progetti di legge sono stati discussi o sono ancora in fase di discussione sulla piattaforma Rousseau nella sezione Lex Regioni, lo strumento informatico che accorcia le distanze tra istituzioni regionali e cittadini.

Stop plastica monouso

Via tutta la plastica non riciclabile o biodegradabile. È questo il nostro Progetto di Legge. Combattere la diffusione delle plastiche nell’ambiente è una sfida che riguarda tutti. Per questo abbiamo voluto dare seguito al percorso già avviato dal Ministro per l’Ambiente Costa per ridurre la produzione di plastica e imballaggi inutili. Lo vogliamo fare a partire dal quotidiano, dagli uffici della Regione, a comuni ed enti, istituti e aziende legate alla Pubblica Amministrazione. La nostra Legge vieta la plastica monouso, come bicchieri, piatti e posate, in uffici, mense e sagre. Al posto della plastica si prevede l’utilizzo di contenitori e stoviglie riciclabili, biodegradabili o realizzati con materie plastiche derivanti da materie prime rinnovabili o interamente biodegradabili, oppure che abbiano entrambe le proprietà e siano regolarmente certificate. La Regione dovrà fare la sua parte incentivando finanziariamente gli enti locali che si impegneranno a eliminare la plastica. Bioplastiche e oggetti in materiale biodegradabile sono già una valida alternativa alle plastiche. La Lombardia può fare da apripista nella lotta a materiali che richiedono fino a 1.000 anni per degradarsi. Dobbiamo smettere di lasciare gravissimi debiti ambientali alle future generazioni. In molte feste e sagre popolari nei comuni del territorio lombardo si sperimenta da tempo e con successo l’uso di stoviglie prodotte con materiale biodegradabile in sostituzione della plastica monouso, dando il buon esempio a tutti i partecipanti. Ora la plastica per il contenimento di bevande in occasione di manifestazioni ed eventi di piazza è sostituita da materiali riciclabili quali alluminio, tetrapak, carta, cartone e legno, ma sarebbe necessario prevedere l’utilizzo di stoviglie e posate riutilizzabili, sostenendo, anche finanziariamente le iniziative degli enti locali più sensibili che si sono già mossi in questa direzione.

Sovraindebitamento: una tutela per i debitori incolpevoli esclusi dalla Legge “salva suicidi”

Chiediamo di istituire in Lombardia, l’Organismo di composizione della crisi da sovraindebitamento. La legge “salva suicidi”, ha posto rimedio a livello nazionale a situazioni di sovraindebitamento non soggette alle vigenti procedure concorsuali, consentendo ai debitori incolpevoli di risolvere la propria situazione debitoria, attraverso la conclusione di un accordo con i creditori, nell’ambito della procedura di composizione della crisi. La norma si applica a tutti i soggetti esclusi dalla legge fallimentare e che non rientrano nelle vigenti procedure concorsuali. Tra questi: consumatori che hanno contratto debiti per scopi estranei all’attività imprenditoriale o professionale svolta, imprenditori commerciali esclusi dal fallimento, piccoli imprenditori, imprenditori esercenti un’attività agricola, associazioni, fondazioni, associazioni di professionisti e soci di società di persone. Presupposto per poter essere ammessi alla procedura è il “perdurante squilibrio” tra i debiti contratti e il patrimonio del debitore, tale da causare un’incapacità del debitore a far fronte al pagamento. Il debitore viene quindi messo in condizione di assolvere ai propri debiti, con metodi di pagamento a lui accessibili, ponendolo al riparo da procedure esecutive su beni mobili, immobili, detenuti anche presso terzi, evitando maggiori spese e la pressione psicologica creata dal sovraindebitamento. La legge cerca anche di garantire ai creditori la migliore soddisfazione possibile. Vogliamo istituire un ente al quale i debitori possano rivolgersi in caso di bisogno e trovare un valido supporto. Una misura di ascolto e supporto del debitore in un contesto di profonda crisi economica che ha già provocato suicidi di persone che si sono sentite senza via d’uscita.

Stop vitalizi in Regione: andiamo avanti con i tagli

A quattro anni dall’entrata in vigore della nostra Legge regionale “Interventi per la riduzione dei costi della politica, il contenimento della spesa pubblica e la tutela delle finanze regionali. Modifica della normativa sull’assegno vitalizio”, questa nuova proposta ha lo scopo di estendendere la durata delle riduzioni degli assegni vitalizi fino al 31 dicembre 2023. Si tratta infatti, di un articolo che modifica l’articolo 3, comma 1 della Legge in vigore che introduceva fino al 31 dicembre 2018 una riduzione degli importi lordi mensili degli assegni vitalizi applicata con criteri di progressività, in base a diverse soglie di reddito, coerentemente col principio di ragionevolezza più volte richiamato dalla Corte costituzionale. L’assegno vitalizio e l’indennità di fine mandato erano stati abrogati dalla LR 21/2011, pertanto, già dalla X legislatura, i consiglieri eletti non ricevono alcun vitalizio.

La tutela delle finanze regionali era stata oggetto di intervento legislativo anche con la legge regionale 3/2013, la quale, per quanto attiene alla disciplina degli assegni vitalizi, prevedeva l’esclusione dell’erogazione a seguito di condanna definitiva per delitti contro la pubblica amministrazione.  Pensiamo che la proroga sulle riduzioni dei vitalizi sia necessaria per il perseguimento dei tagli ai costi della politica. Percorso coerente con quello parallelo, e simile nelle finalità, iniziato dal nuovo Ufficio di Presidenza della Camera dei Deputati. Anche Regione Lombardia è dunque chiamata a dare il suo contributo. I risparmi derivanti dai tagli ai costi della politica hanno permesso, in questi anni, di dare attuazione a interventi concreti come quello  relativo al programma di borse di studio e tirocini formativi che ogni anno viene finanziato proprio con i risparmi del Consiglio regionale. La classe politica è chiamata a dare una risposta alla necessità di contenere la spesa pubblica per fronteggiare la difficile congiuntura economica che caratterizza il momento storico che stiamo vivendo.

“Car pooling”: condividere l’auto per ridurre l’inquinamento

Nonostante la crisi del mercato dell’automobile e il rilevante calo delle immatricolazioni, le automobili private italiane sono più di 37 milioni, il numero più alto in Europa, e sono responsabili di inquinamento, congestione, incidenti e consumo di suolo tra i più alti in Europa. Il trasporto pubblico locale purtroppo non è ancora in grado da solo di garantire tutte le esigenze di mobilità. La disponibilità di un considerevole parco auto private in circolazione, l’aumento dei costi per il mantenimento dell’automobile e la scarsità di risorse destinate al trasporto pubblico locale fanno dell’Italia il Paese ideale per sperimentare nuove forme di mobilità, anche basate sulla condivisione dell’uso degli autoveicoli. Si tratta di applicare al settore del trasporto la cosiddetta «sharing economy», l’economia della condivisione. è fondamentale soprattutto sviluppare misure di car pooling e di ride sharing che, a differenza del car sharing, si basano sulla condivisione del veicolo tra più utenti nello stesso arco temporale. Viaggiando con automobili piene, condividendo i posti liberi, si risparmierebbero ogni anno ben 40 miliardi di tonnellate di anidride carbonica (CO2). Il car pooling e il ride sharing potrebbero quindi dare quel considerevole contributo nel raggiungimento degli obiettivi europei in termini di emissioni di CO2 che i metodi tradizionali del blocco della circolazione e delle targhe alterne non sembrano più riuscire a dare. I piani di mobilità urbana (PUM) hanno tra gli obiettivi anche quello di minimizzare l’uso individuale dell’automobile privata, nonché l’incremento della capacità di trasporto e l’aumento della percentuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi anche con soluzioni di car pooling e car sharing. Serve una normativa regionale che promuova tale strumento. Per rendere reali e consistenti i vantaggi sociali, economici e ambientali offerti dal car pooling il sistema deve divenire uno strumento di mobilità urbana di uso quotidiano.

Sviluppo di una piattaforma informatica multifunzionale ‘BLOCKCHAIN’ ed applicazione dei servizi di tracciabilità e rintracciabilità ai prodotti agroalimentari

Creare in Lombardia una piattaforma digitale aperta basata sulla tecnologia della Blockchain per la tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti della filiera agroalimentare.La tecnologia permetterà ai produttori ed ai consumatori di avere dei ritorni non solo in termini economici, ma anche e soprattutto in trasparenza, sicurezza e fiducia.  La tracciabilità e la rintracciabilità dei prodotti garantirà ai produttori una maggiore competitività sul mercato e quindi una consequenziale crescita del marchio; inoltre sarà garantita la sicurezza del consumatore che non incorrerà più nell’acquisto di prodotti scadenti o di dubbia provenienza. Il consumatore avrà la certezza che un prodotto dichiarato biologico o a chilometro zero sia veramente tale e che non contenga sostanze cancerogene o dannose come diserbanti o glifosato.

Commercio e fiere: più trasparenza e tracciabilità

La proposta è quella di introdurre la gestione trasparente e responsabile dei rapporti delle imprese commerciali con i propri fornitori e con tutti i soggetti della filiera produttiva, fino al consumatore finale. Vogliamo promuovere un modello di sviluppo equilibrato e sostenibile del settore commerciale, fondato sulla gestione responsabile e trasparente delle catene di fornitura e delle reti distributive, attento alla tutela dei consumatori finali e ai diritti dei lavoratori. Questi i provvedimenti necessari:

a) garantire il rispetto di equità, qualità, sostenibilità, trasparenza, responsabilità previsti per il commercio equo e solidale.
b) favorire un maggiore accesso dei consumatori ai prodotti di filiera corta e adottare sistemi di etichettatura e tracciabilità.
c) salvaguardare i diritti dei lavoratori delle filiere produttive e delle reti distributive, anche mediante la prevenzione e la promozione della legalità assicurando che le attività commerciali non siano legate a fenomeni di caporalato e sfruttamento, lavoro sommerso o irregolare.

I Comuni devono poter esercitare le proprie funzioni di controllo e accertamento sul corretto svolgimento delle attività commerciali, vietando l’esercizio di attività in odore di caporalato, sfruttamento, lavoro sommerso o irregolare. Le Prefetture e gli Ispettorati Territoriali del Lavoro dovranno vigliare sulla trasparenza delle pratiche commerciali e la correttezza delle condizioni contrattuali.La Regione con appositi bandi potrà responsabilizzare le imprese della rete produttiva e commerciale regionale ad adottare modelli di responsabilità sociale per assicurare la gestione trasparente e responsabile delle catene di fornitura e delle reti distributive.

Acqua pubblica: come gestire meglio il servizio idrico

Questa proposta di legge regionale intende tutelare le gestioni efficienti del Servizio Idrico Integrato attualmente presenti sul territorio regionale. Questo obiettivo si può ottenere permettendo alla regione di superare il criterio di delimitazione del perimetro degli ATO (Ambito Territoriale Ottimale) corrispondente ai confini amministrativi delle province. Deve essere possibile per l’amministrazione regionale, sentiti i comuni e gli enti interessati, individuare anche ATO di dimensioni più ridotte, permettendo così a piccole realtà che si sono distinte nella gestione efficiente e democratica del servizio idrico di continuare con il loro modello di gestione e non essere obbligate a passare sotto il Gestore Unico. Un ruolo fondamentale viene quindi dato all’amministrazione regionale che avrà il compito di individuare quelle forme gestionali efficienti del servizio idrico presenti nel territorio e che si sono distinte negli anni per una partecipazione e governance totalmente pubblica, ottemperando al risultato del Referendum nazionale del 2011. Con l’approvazione di questa proposta di legge infatti verrebbe stabilito che i gestori unici dei singoli ATO dovranno necessariamente essere a totale partecipazione pubblica, escludendo qualsiasi quota o compartecipazione di soggetti privati, il cui unico scopo è notoriamente il profitto, in contrasto quindi con l’esito referendario del 2011. I comuni stessi e le province potranno proporre nuovi ATO, favorendo un percorso di partecipazione pubblica dal basso. Le proposte dovranno comunque garantire i criteri di efficienza, economicità del servizio e la partecipazione interamente pubblica del gestore.

Il mercato del lavoro in Lombardia

Il presente progetto di legge apporta modifiche alla legge regionale 22/2006 “Il mercato del lavoro in Lombardia” aggiornando un richiamo normativo non più attuale alla legge statale in materia di sicurezza e salute dei lavoratori, in attuazione della quale la Regione è tenuta a promuovere “la realizzazione di un sistema integrato di sicurezza del lavoro e di miglioramento della qualità della vita lavorativa”. In altre parole la legge regionale appena approvata cita al suo interno una legge vecchia ormai superata che avevamo tentato di correggere in sede di presentazione degli emendamenti senza successo. Precisamente, il comma 1 dell’articolo 27 (Sicurezza nei luoghi di lavoro), della citata legge regionale richiama ancora il “Decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 in materia di sicurezza e salute dei lavoratori” non più in vigore in quanto abrogato dall’articolo 304, comma 1, lettera a) del decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81

Responsabilità sociale delle imprese

Il presente progetto di legge apporta modifiche alla l.r. 22/2006, inserendo un nuovo capo dedicato alla “responsabilità sociale delle imprese”, composto da due articoli su finalità e interventi. La nuova disciplina mira a favorire lo sviluppo della responsabilità sociale delle imprese come strumento per promuovere l’innalzamento della qualità del lavoro, il miglioramento della competitività del sistema produttivo, lo sviluppo economico sostenibile e la coesione sociale, anche mediante l’integrazione volontaria delle problematiche sociali ed ambientali nelle attività produttive e commerciali.

Sono previste misure regionali di incentivazione e di sostegno rivolte alle imprese, per la realizzazione di una serie di interventi, in accordo con gli altri enti territoriali e in collaborazione con i vari portatori di interesse. In particolare, gli interventi saranno diretti: alla promozione di sistemi di riconoscimento delle condizioni di qualità, regolarità e sicurezza del lavoro, anche attraverso la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi e gestionali; alla diffusione di codici di condotta e di bilanci sociali ed ambientali che evidenzino le ripercussioni delle attività produttive e commerciali in ambito sociale e ambientale; alla formazione, informazione e sensibilizzazione sui temi della responsabilità sociale d’impresa, rivolti anche a consumatori e grandi acquirenti; a sostenere l’acquisizione da parte degli imprenditori di marchi di qualità sociale ed ambientale, nonché la sperimentazione di strumenti di misurazione e certificazione della qualità; a favorire nei processi produttivi l’implementazione di nuove tecnologie per il miglioramento delle performance ambientali e di tutela della sicurezza sul lavoro; interventi mirati al contrasto del lavoro minorile, anche in collaborazione con il Garante regionale per l’infanzia, e alla realizzazione di condizioni migliorative per la piena integrazione lavorativa delle persone con disabilità.

La Regione dovrà farsi carico inoltre di promuovere, anche nelle procedure di affidamento e nell’esecuzione di appalti pubblici, il perseguimento degli interessi sociali ed ambientali. È prevista altresì la promozione di accordi con le parti sociali e le pubbliche amministrazioni volti a sostenere la corretta applicazione della normativa sui rapporti di lavoro, a favorire il miglioramento della qualità, tutela, sicurezza del lavoro e delle condizioni lavorative e a definire modalità concertate di verifica e controllo sul rispetto della normativa in materia. La Regione dovrà orientare le misure di incentivazione e sostegno verso quelle imprese che siano in condizioni di poter garantire la concreta attuazione degli interventi previsti. Per assicurare una maggiore effettività, viene riconosciuto alla Regione il potere di revocare gli incentivi concessi, con l’obbligo per i beneficiari di restituire quanto percepito, nei casi in cui gli interventi non siano stati realizzati o siano stati realizzati a condizioni diverse.

Trasparenza

Questo progetto di legge vuole dare disposizioni per rendere trasparente e pubblica l’appartenenza da parte dei consiglieri regionali, del Presidente della Regione, degli assessori e dei sottosegretari regionali, dei titolari di incarichi di direzione delle autorità indipendenti regionali e dei titolari di nomina di competenza regionale a organizzazioni o associazioni private con finalità di carattere politico, culturale, sociale, assistenziale, religioso, sindacale, ambientale o di promozione economica.

La presente proposta di legge ha l’obiettivo di inserire nel sistema scolastico regionale lombardo, all’interno della scuola dell’obbligo, il servizio di psicologia scolastica che sino ad ora è intervenuto solo in caso di bisogno dei singoli studenti.  E’ venuta a mancare l’azione dello psicologo nei riguardi di aspetti che sembrano essere patrimonio esclusivo degli insegnanti e che invece necessitano di competenze specifiche, ad esempio le modalità di apprendimento, gli stili cognitivi, la motivazione e l’interesse, i comportamenti sociali dell’individuo, l’organizzazione della vita scolastica, i rapporti fra gli insegnanti e la comunicazione con i genitori.  Lo psicologo scolastico aiuta a prevenire forme di disagio che possono generare insuccesso formativo, abbandono scolastico, bullismo e dipendenza dal gioco, oltre a poter dare supporto in casi specifici di disturbo e disagio psicosociale.
Inoltre il servizio di psicologia scolastica potrà promuovere le abilità emotive, relazionali e cognitive degli studenti, favorire ambienti di apprendimento per una maggiore qualità di lavoro e favorire il rapporto e la cooperazione tra scuola e famiglie e scuola e comunità.

Gioco d’azzardo

La proposta in questione prevede la modifica e l’integrazione alla legge regionale 21 ottobre 2013, n. 8 (Norme per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico) inserendo specifiche misure in favore dei minori, al fine di interventi più mirati per la prevenzione, la riduzione ed il contrasto del rischio da gioco e la promozione e la diffusione della cultura dell’utilizzo responsabile del denaro al fine di evitare situazioni di indebitamento e sovra-indebitamento e della connessa maggiore esposizione al rischio di usura da parte di soggetti affetti da dipendenza dal gioco d’azzardo e delle loro famiglie. Nello specifico si vuole promuovere l’adozione di specifici accordi e protocolli operativi congiunti, con particolare riguardo al contrasto di fenomeni di infiltrazione delle organizzazioni criminali. Si chiede inoltre un ruolo attivo di Regione Lombardia che, , in collaborazione con i comuni, effettua la rilevazione della presenza delle sale da gioco, delle sale scommesse e dei locali in cui si pratica gioco lecito con vincite in denaro. La proposta prevede che Regione istituisca un albo volto al censimento e all’aggiornamento annuale degli esercizi commerciali che aderiscono all’iniziativa ‘No Slot’. L’albo è pubblicato sul sito internet della Regione, e che i comuni, singoli o associati, anche in collaborazione con le forze dell’ordine e i soggetti di cui all’art. 2, attivano sportelli informativi o assistenziali finalizzati alla prevenzione ed al contrasto alla dipendenza del gioco d’azzardo”. Per quanto riguarda i locali in cui sono installati apparecchi per il gioco d’azzardo, al fine di rafforzare gli obblighi informativi con riferimento al divieto di gioco per i minori, devono esporrw all’ingresso dei locali documentazione informativa attestante il divieto di gioco per i minori. I comuni infine devono provvedere a fornire annualmente alla Regione i dati relativi ai controlli effettuati dalla polizia locale ed alle sanzioni applicate, oltre che all’attività svolta dagli sportelli informativi. E fForniscono, inoltre, informazioni alle competenti autorità statali in merito alla situazione esistente nel proprio territorio, promuovendo la pianificazione di interventi delle Forze dell’ordine e delle polizie municipali, finalizzati al contrasto di fenomeni patologici di gioco d’azzardo”.

Identità di genere

Si ritiene particolarmente importante dare attuazione ai principi sanciti all’articolo 3 della Costituzione Italiana, all’articolo 21 della Carta dei diritti Fondamentali dell’Unione Europea, e dell’Articolo 13 del Trattato CE così come modificato dal Trattato di Nizza. La Pubblica Amministrazione ha il dovere di tutelare le minoranze a qualsiasi categoria esse appartengano e di rendere attuative norme per la loro difesa e garanzia dei diritti, che non sono solo prerogativa di una maggioranza degli individui. Nel 2007 l’Unione Europea ha istituito ufficialmente la giornata mondiale contro l’omofobia che si celebra il 17 Maggio, invitando anche i Paesi membri a fornirsi di una legislazione adeguata in materia di discriminazioni. Con il presente disegno di legge infatti Regione Lombardia svolgerà un ruolo chiave nella difesa contro discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere della persona. Il presente disegno di legge si ispira al corpo legislativo della L.R. 52/2009 della Regione Liguria, dichiarata costituzionale secondo la sentenza 94/2011 della Corte Costituzionale, e cerca di replicare le buone prassi da attuare per una amministrazione regionale in materia di discriminazioni legate all’orientamento sessuale, di uguaglianza ed integrazione sociale, così come suggerito dallo studio dell’UNAR realizzata nel corso del 2010 in collaborazione con l’Associazione Avvocatura per i diritti LGBT – Rete Lenford

Nuova collocazione ospedale di Angera

“Modifiche alla legge regionale 11 agosto 2015, n. 23 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e al Titolo II della legge regionale 30 dicembre 2009, n. 33 (Testo unico delle leggi regionali in materia di sanità) relative alla nuova collocazione dell’ospedale di Angera”.