Giampietro Maccabiani

Maroni fa il mea culpa: maggioranza debole

regione-poltroneDopo le scene da Prima Repubblica alle quali abbiamo assistito ieri in un consiglio regionale con una Maggioranza dilaniata nella lotta per una poltrona in un assessorato, Maroni si è sentito in obbligo di parlare all’aula per minimizzare quello che definisce un incidente e una vicenda chiusa. Nel suo mea culpa ha parlato di non efficace relazione tra gruppi di maggioranza, concitazione, fibrillazioni e campagna elettorale. Maroni si impegnerà perché la coesione della maggioranza sia garantita e rafforzata. Lo richiamiamo a un atteggiamento di responsabilità rispetto a consiglieri che prendono 9 mila euro al mese e risultano assenti dai lavori del consiglio regionale.

Considerato poi che gli impegni di Maroni, dal 75% di tasse in Lombardia, alla Macro Regione Alpina, alla lotta senza quartiere alla mafia, non sono mai stati rispettati, è evidente che questa Maggioranza non ha un progetto politico comune e sta insieme solo per non perdere la poltrona. La proposta di referendum consultivo della Lega sulla regione Lombardia a statuto speciale è la presa d’atto del loro fallimento: in 20 anni di governo in Lombardia e quasi 10 dal 2001 al 2011 a Roma non sono riusciti a fare quello promesso ai lombardi.  Se la Lombardia avesse avuto l’autonomia promessa dai leghisti, non saremmo arrivati a questa richiesta.

Il clima di ritrovata unità della Maggioranza resta solo di facciata e la corsa alle poltrone certo non fa il bene comune, non risolve la grave crisi che vive la Lombardia e allontanerà, ancora di più, i cittadini dall’Istituzione. Sulle riforme il M5S è stato chiarissimo: i cittadini devono pronunciarsi con un referendum consultivo e stop alle decisioni calate dall’alto dai politici chiusi nelle segrete stanze a fare solo i propri interessi.

 

Giampietro Maccabiani, portavoce M5S Regione Lombardia

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