Sul tema del numero di visitatori entrati in Expo si è sentito e letto di tutto, all’insegna, forse, di uno scontro tra visioni differenti tra chi non ama il modello Expo e chi quell’Expo l’ha realizzato.
Pur collocandoci nell’emisfero di chi è contrario al “modello Expo”, ci siamo interrogati su questa diatriba e rileviamo che diventa utile ai cittadini solo quando soddisfa l’obiettivo che sta a cuore al Movimento 5 stelle (le altre questioni si addicono a quelle forze politiche che a parole si dichiarano contrari, ma nei fatti hanno dimostrato di aver accettato, voluto e votato per Expo). Il nostro obiettivo non è certamente quello di contare semplicemente i visitatori, bensì quello di controllare, come sempre facciamo, che il flusso di turisti garantirà il rientro dell’investimento pubblico.
Il numero di visitatori registrato al tornelli, infatti, può essere fuorviante poiché esistono situazioni che, a differenza dei biglietti emessi, rendono incerto questo numero. A titolo d’esempio:
– quando ci sono picchi di afflusso e gente che spinge, a volte Expo ritira il biglietto e fa passare le persone in difficoltà,
– problemi tecnici nei lettori (accentuatesi con il surriscaldamento delle macchine in questi giorni)
– altre cause
Il M5S avrebbe investito diversamente i soldi spesi per Expo, e dunque oggi ci preme sincerarci che chi ha voluto questo modello anacronistico di finto sviluppo se lo paghi direttamente con l’acquisto del biglietto, sperando che nessun residuo di spesa pubblica debba poi essere suddiviso tra tutti i contribuenti.
Con queste premesse e in quest’ottica, questa mattina ho convinto il Commissario Expo dott. Sala a ricevermi.
I dati che a noi interessano sono i seguenti:
1. ad oggi sono stati firmati contratti per 15/16 milioni di biglietti, di questi più della metà sono stati contrattualizzati con i primi sette grandi distributori, i rimanenti con molti altri distributori minori. Expo sta facendo certificare alla società Deloitte la tenuta di questi contratti.
2. ai contratti attuali si aggiungeranno nei prossimi mesi:
– i biglietti venduti giornalmente alle casse e via web,
– i biglietti per le scuole in arrivo previste per settembre e ottobre (alcune centinaia di migliaia),
– ulteriori richieste di biglietti da parte dei distributori, soprattutto i minori, che hanno già esaurito il loro stock.
3. come anche sottolineato dal BIE, i due mesi a più alta stagionalità saranno settembre e ottobre. Ciò per tre motivi: il ritorno delle scuole, il clima più favorevole (meno caldo) e il fatto che, avvicinandosi alla chiusura, tutti quelli che ancora non sono andati avranno un incentivo psicologico a visitare l’Expo.
Il totale sarebbe circa di 20 milioni di biglietti venduti, totale che garantirebbe quella copertura che a noi interessa.
Continuiamo a domandarci per quale motivo le altre forze politiche, soprattutto quelle proExpo, non si siano mai interessate a fare queste verifiche. Forse perché, in fondo, che Expo copra o non copra l’investimento fatto, i politici continueranno a percepire le loro laute indennità.
Faccio una proposta: se Expo non raggiungerà realmente quei 20 milioni di venduti, la differenza rimanente la togliamo dalle indennità dei politici che hanno voluto Expo?
Silvana Carcano – Consigliere Regionale M5S Lombardia