Ambiente e Protezione Civile Iolanda Nanni

Inceneritore di Retorbido: con la terza interrogazione, il M5S Lombardia rileva un grave vizio di forma nell’iter autorizzativo

pirolisi-retorbido

Il M5S Lombardia ha depositato oggi 21 dicembre la terza interrogazione (scarica qui), a prima firma della Consigliera Regionale Iolanda Nanni, che chiede alla Giunta di adoperarsi affinché il progetto dell’inceneritore di Retorbido venga bocciato.

Iolanda Nanni dichiara: “Premesso che non esistono impianti industriali incentrati sulla tecnologia della pirolisi, e che quelli esistenti in passato, in Europa, sono stati tutti chiusi in quanto potenzialmente dannosi per la salute umana, nella nostra nuova interrogazione ho posto l’attenzione sulla natura sperimentale del progetto di Retorbido che deve essere assoggettato all’iter autorizzativo previsto dalla legge per impianti sperimentali, ben diverso e distinto da quello attualmente in corso che, pertanto, è inficiato da un grave vizio di forma. Il carattere sperimentale è avallato dal fatto che la IET, società proponente, dovrà importare interamente la tecnologia dal Giappone dove, unico al mondo, esiste un impianto di pirolisi all’interno di un’acciaieria grande cinque volte l’ILVA e di cui non abbiamo dati e rilevazioni sull’impatto sulla salute e l’ambiente. La “sperimentalità” è data inoltre dal fatto che l’impianto che si vorrebbe costruire a Retorbido differisce persino da quello giapponese, quindi costituirebbe un unicum a livello mondiale!”

Per casi come questo, la legge italiana, proprio a tutela della salute e dell’ambiente, prevede un iter autorizzativo ben diverso e sostanzialmente differente rispetto a quello che incautamente sta applicando Regione Lombardia. E’ necessario prima creare un piccolo impianto sperimentale da monitorare per almeno due anni, e solo dopo averne accuratamente vagliato gli effetti su salute e ambiente, sarà possibile valutare la possibilità di realizzarne un impianto industriale di grandi dimensioni. Invece Regione Lombardia ha aperto un iter autorizzativo alla cieca, in barba alla normativa sugli impianti sperimentali: questo a nostro parere costituisce un gravissimo vizio di forma che inficia di per sè l’intero iter. Il paradosso è che Regione Lombardia, da una parte, avvia un iter ordinario per impianti industriali di pirolisi, con ciò avallando il proprio favore a detta tecnologia, senza aver previamente effettuato alcuna prova sperimentale in piccola scala degli effetti di tali tipi di impianto, dall’altra, contestualmente, ammette la propria ignoranza sulla pirolisi,  nominando – proprio a seguito della nostra seconda interrogazione –  cinque “esperti” che dovrebbero studiarne sulla carta gli effetti, senza aver alcun dato empirico su cui basare le proprie valutazioni. Regione Lombardia non sta tenendo affatto in considerazione la salute dei cittadini e lo scempio ambientale che si produrrebbe sul territorio dell’Oltrepo’ Pavese, vocato alla viti-vinicoltura, all’agricoltura e al turismo, con ricadute gravissime anche sull’economia e sul comparto immobiliare.”

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