Diritti e pari opportunità Iolanda Nanni

Legge sulla cannabis terapeutica: finalmente parte l’iter in Lombardia. Basta indugi!

Oggi, in Commissione Sanità, si sono finalmente aperte le audizioni sul progetto di legge di iniziativa popolare sulla cannabis terapeutica. Con l’occasione, i delegati dei presentatori del progetto di legge, hanno relazionato sul testo di iniziativa popolare, il cui iter sarà abbinato al progetto di legge già presentato dal M5S nel 2013, a inizio legislatura, ed al progetto di legge recentemente depositato dal PD.

Iolanda Nanni, consigliere regionale M5S e prima firmataria del progetto di legge del MoVimento 5 Stelle sulla cannabis terapeutica, dichiara: “E’ dal 2013, data in cui il M5S ha – come prima forza politica – depositato un progetto di legge regionale sulla cannabis terapeutica, che aspettiamo questo momento. Dalle audizioni è emerso chiaramente che il decreto ministeriale Lorenzin è condizione necessaria ma non sufficiente per l’accesso ai farmaci cannabinoidi da parte dei pazienti lombardi, attraverso il sistema sanitario regionale. Occorre infatti una specifica legge regionale che renda attuabile questo diritto per pazienti affetti da patologie curabili con la cannabis terapeutica.  Il Prof. Scaglione dell’Istituto Besta, oggi in audizione, ha testimoniato di essere fra quei medici che in Lombardia praticano la cannabis terapeutica ambulatoriale come “pratica clinica”, peraltro universalmente riconosciuta, per vari tipi di patologie c.d. di “tipo A” (es. nausea e vomito da chemioterapia o stimolo d’appetito per malati AIDS) e di “tipo B” (es. sclerosi multipla, sla). Una legge regionale è necessaria anche per attivare una vera formazione delle categorie sanitarie, con equipe specializzate di medici, come già accade in Toscana, nonchè per istituire un Organismo di Sorveglianza regionale sull’appropriatezza delle prescrizioni per i pazienti ed un Comitato Tecnico Scientifico per valutare i casi non attualmente oggetto del decreto Lorenzin. Nonostante il decreto ministeriale, infatti, al momento, in Lombardia non tutte le strutture sanitarie o le cliniche per la terapia del dolore garantiscono l’accesso alla cannabis terapeutica, con gravi disagi per i pazienti i quali devono, oltre alla malattia, sobbarcarsi dell’onere di cercare un medico che effettui questa pratica clinica ambulatoriale e pagarsi da soli tutte le cure, spesso onerose poiché i farmaci vengono importati dall’estero. Una legislazione regionale sarebbe inoltre utile a regolamentare anche la stessa produzione di cannabis “sativa” in ambito regionale con notevole abbattimento dei costi. Quella della cannabis terapeutica è una battaglia culturale che potrà essere vinta solo se verranno scardinate le resistenze, frutto di puro pregiudizio ideologico e ignoranza sui cannabinoidi, di talune sacche della politica di governo. La letteratura medica è chiarissima: hanno un elevatissimo potere antidolorifico e riducono gli effetti collaterali della chemioterapia. E’ ora che la Lombardia approvi una legge”.

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Carolina Russo De Cerame