Andrea Fiasconaro Notizie Sanità e Politiche Sociali

La chiusura del punto nascita a Oglio Po è miope e contro il territorio

La decisione del Ministero, comunicata con grande tempismo dopo il referendum costituzionale, di chiudere entro il 2017 il punto nascita dell’ospedale Oglio Po, risulta miope e contro il territorio. Il punto nascita è un servizio irrinunciabile per tutti quei cittadini che vivono in periferia o in provincia, spesso in località non sufficientemente servite. Poche righe di una lettera per chiudere un servizio importante come il punto nascita sono una beffa. Certo i numeri parlano chiaro: non si raggiunge la soglia dei 500 parti all’anno, ma tentativi per risolvere il problema se ne potevano fare incoraggiando, per esempio, una programmazione che  puntasse su percorsi di gravidanza fisiologica, case del parto, rapporti capillari con i consultori della zona e soprattutto sulla rotazione del personale sanitario tra grandi e piccole strutture per far mantenere l’esperienza. La scelta finale della chiusura del punto nascite è del ministro Lorenzin, componente del governo dimissionario Renzi, ma se l’Oglio Po ha perso attrattività negli anni soffrendo la mobilità passiva delle partorienti anche verso altre regioni, è anche per la mancata programmazione regionale distante e penalizzante per i territori di confine, come a ben vedere l’Oglio Po è e come non gli è però spesso riconosciuto dalle politiche di Maroni. Non dimentichiamo che la zona avrebbe una potenzialità di circa 800 parti all’anno, superiore sicuramente al limite dei 500. Ora l’obiettivo deve essere il mantenimento e dunque il potenziamento di tutti gli altri reparti dell’Ospedale Oglio Po, perche’ la chiusura del punto nascita potrebbe essere il campanello d’allarme per tutta la struttura ospedaliera. Basta depotenziare l’ospedale!”.

Andrea Fiasconaro – Consigliere Regionale del M5S Lombardia

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