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Cinghiali: dalla regione nessun dato, conta solo sparare

? CINGHIALI: DALLA REGIONE NESSUN DATO E NESSUNA CERTEZZA…L’IMPORTANTE È SPARARE.

Regione Lombardia ha risposto ad una interrogazione del Consigliere Dino Alberti  in merito agli abbattimenti dei cinghiali nella nostra regione e i relativi piani di contenimento.

‼️RISULTATO: la Regione non ha alcun dato scientifico sui cinghiali e brancola nel buio!
Segue solo una logica: più cinghiali vengono abbattuti e più si permette di cacciarne e abbatterne

Con questa risposta la Lombardia dimostra che non ha alcun dato scientifico circa la presenza del cinghiale nella nostra regione. Si limita a rispondere che è difficile fare un censimento della popolazione e pertanto vi rinuncia.

Ma sulla base di quali dati Regione Lombardia pianifica la propria strategia di contenimento del cinghiale? E cosa è stato fatto in 30 anni di cosiddetta “emergenza cinghiale”? Una amministrazione che basa le sue scelte sul nulla, o meglio, sulla convenienza, non risolve il problema e non vuole risolverlo.

Regione Lombardia fa poi outing sul vero obiettivo e su cosa guida la politica sui cinghiali nella nostra regione, in particolare quando afferma che “per definire le proposte dei piani di prelievo sia in attività venatoria che in controllo si dia un rilievo importante…come ad esempio il trend dei prelievi della precedente stagione venatoria”.

In altre parole ➡️ è il numero degli abbattimenti in una stagione che determina quanti cinghiali devono essere abbattuti la stagione successiva. ⬅️
E chi da il numero degli abbattimenti?
I cacciatori!!
Ergo sono i cacciatori che determinano i piani di controllo dei cinghiali.
‼️Quindi più cinghiali vengono abbattuti in una stagione, più cinghiali sarà permesso di abbatterne la stagione successiva‼️

Più caccia e più divertimento per i cacciatori di cinghiali, e più rischi per la popolazione. Una autentica confessione di Regione Lombardia, che ci da ragione quando diciamo che il cinghiale è un giocattolo nelle mani di pochi cacciatori, e la nostra amministrazione regionale è al loro servizio.

Regione Lombardia non conosce neanche i possibili effetti (potenzialmente pericolosi e incompatibili) che tale sistema, basato solo su abbattimenti, può comportare sull’ambiente, l’habitat e le attività umane. Il nesso tra abbattimenti e danni causati dai cinghiali non è ancora possibile quantificarlo secondo Regione, ma da quanto tempo sentiamo parlare di emergenza cinghiale? Siamo convinti che il nesso vi sia e sia ben conosciuto da parte dell’Assessore, ma rendere pubbliche queste informazioni significherebbe rompere il giochino dei suoi amici cacciatori.

E’ necessaria una regia regionale che affronti seriamente il problema e che raccolga dati scientifici sulla presenza del cinghiale e su quali sono i veri effetti dei continui abbattimenti sul loro numero. I pochi dati che ci sono sono frastagliati, ogni provincia fa per se. Occorre approvare subito il Piano Faunistico Venatorio Regionale, già adottato dalla Giunta 4 anni fa ma non ancora approvato dal Consiglio Regionale, in modo da avere dati coerenti ed omogenei su cui ragionare.

 

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