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Regione Lombardia boccia il salario minimo, Mammì: «Abbiamo dettato l’agenda sul reddito di cittadinanza, sul taglio dei vitalizi, sulle armi e sulle politiche energetiche. Il vecchio centrodestra si adeguerà anche al salario minimo»

Il Consiglio Regionale della Lombardia ha bocciato la mozione presentata dal Movimento Cinque Stelle: “Istituzione del salario minimo orario per i lavoratori pubblici e privati”.Mammì (Consigliere M5S): «Abbiamo chiesto di condividere un impegno politico, per la dignità dei lavoratori. Ci siamo scontrati con un centrodestra confermatosi fuori da mondo, scollegato dalla realtà, ma soprattutto timoroso nel dare una speranza e un sostegno a chi ne avrebbe bisogno per mettere un piatto in tavola o pagare il riscaldamento.

La Giunta preferisce ignorare che, mentre parliamo, negli ospedali pubblici lombardi, i loro appalti consentono che professionisti del mondo sanitario quali infermieri e operatori sanitari vangano inquadrati con contratti impropri, con retribuzioni pari a 4,60 euro l’ora.

Sono ancorati a una visione del mondo in cui lavoratori e imprese devono venir messi uno contro l’altro, quando nella realtà sempre più spesso lavoratori e imprese lottano fianco a fianco per arrivare a fine mese.Nella storia abbiamo avuto governi di centrodestra che hanno privatizzato a discapito dei lavoratori. Abbiamo avuto governi di centrosinistra che invece di lottare per il minimo salariale hanno approvato il “Jobs Act”.

Oggi, al netto delle nostre posizioni politiche, volevamo affermare un principio che riteniamo debba avere la più ampia condivisione: ogni lavoratore ha diritto a un salario minimo, perché il costo del lavoro non può essere l’unico parametro, sul quale impostare un conto economico.

Chiediamo un equo compenso che possa a garantire a tutti una vita dignitosa. Bisognava superare le logiche di partito e condividere una battaglia di civiltà, per progettare il Paese che sarà.Bene il cambio di rotta del Partito Democratico che, almeno in Lombardia, ha dimostrato di sostenere questa battaglia di civiltà. Prendiamo invece atto di quanto il centrodestra lombardo sia distante dalla quotidianità dei cittadini e di ciò che succede a chi non ha la fortuna di guadagnare oltre ottomila euro al mese.

Restiamo convinti che, come successo con il Reddito di Cittadinanza, il taglio dei costi della politica, il Superbonus, le politiche energetiche e la spesa per le armi, anche in questo caso il Movimento Cinque Stelle riuscirà a dettare l’agenda anche alla politica di quei vecchi partiti, che ancora oggi si sono assunti la responsabilità di votare contro i lavoratori e la dignità del lavoro stesso» conclude Mammì.

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