L’Assessore alle attività produttive, innovazione e ricerca – Mario Melazzini – è intervenuto oggi nella IV commissione del Consiglio regionale lombardo per relazionare sull’evoluzione del nuovo bando Confidi, così come richiesto dai portavoce del M5S Dario Violi e Stefano Buffagni dopo l’improvvisa sospensione e modifica dei criteri di un bando il cui scopo dichiarato è quello di “favorire l’accesso al credito delle imprese lombarde” attraverso lo stanziamento di 25 milioni di Euro da parte della Regione “per il rafforzamento del sistema di garanzia collettivo sui crediti offerto alle PMI dai Consorzi fidi operanti sul nostro territorio”.
Com’è noto a chi segue l’attività del gruppo M5S lombardo, fin da subito abbiamo preso una posizione critica contro i criteri di un bando che pure noi stessi avevamo sollecitato, laddove il condivisibile obiettivo dichiarato veniva tradito dai metodi perseguiti: non tanto volti a premiare i Consorzi fidi più efficienti sulla base di obiettive valutazioni econometriche, quanto diretti a favorire gli enti di maggiori dimensioni, nonché la fusione tra Consorzi, in modo del tutto preconcetto. Se, infatti, i criteri considerati fossero stati tali da premiare quei Confidi che – grazie a più efficienti economie di scala realizzate razionalizzando le rispettive strutture – fossero effettivamente risultati più performanti, noi non ci saremmo certamente opposti, se non nella misura in cui a tale opportuna valutazione di “solidità” non fosse stata aggiunta quella relativa all’effettiva quantità di garanzie erogate alle imprese in rapporto alle risorse a disposizione di ciascun ente (essendo lo scopo dei Confidi quello di far erogare credito alle imprese e non già quello di creare finanziarie con agevolazioni pubbliche). Il problema è che – come accennato – i criteri del bando sono basati sul preconcetto del “più grande è meglio”, premiando una “possibile causa di efficienza” e non già l’“efficienza effettiva”, posto che una struttura di maggiori dimensioni riceverebbe una valutazione più indulgente rispetto a una, più piccola, che pure avesse il medesimo grado di efficienza. A ciò si aggiunga che nel nuovo bando regionale la solidità patrimoniale di ciascun Consorzio viene valutata senza prendere adeguatamente in considerazione le passate sovvenzioni pubbliche, anche quando queste siano state ricevute – ancora una volta – grazie a corsie riservate e preferenziali che già avevano viziato la “concorrenza” tra quei Confidi che sopravvivono sul mercato grazie a un’oculata gestione delle proprie risorse (che sono, poi, quelle versate dalle imprese associate) e quelli per sostenere i quali è invece intervenuta a più riprese la mano pubblica (col denaro del contribuente).
Sembra tutto molto astratto: ma chi conosce il mondo dei Confidi lombardo (ove operano circa una trentina di Consorzi), sa bene che dietro queste considerazioni apparentemente “di principio”, si nascondono invece soggetti – e gruppi d’interesse – ben individuati, che verranno inevitabilmente influenzati in modo abbastanza prevedibile, visto che – giusto prima dell’elaborazione del bando – è stata la stessa Giunta regionale a commissionare un’analisi di mercato dei trenta confidi in questione, sicché – mentre stabilitva i criteri richiamati – già poteva ipotizzarne i possibili beneficiari, tanto alla luce della conversione in contributi a fondo perso dei fondi originariamente concessi a 8 grandi Consorzi-fidi coi cd Formigoni-loan, quanto in considerazione del progetto per istituire un “grande Confidi territoriale” che – patrocinato dalla stessa Giunta – avrebbe ovviamente avuto un ruolo egemone nella ripartizione delle risorse del bando.
L’inghippo: il progetto del grande Confidi territoriale sfuma, solo pochi Consorzi si fonderanno in un massimo di 4-5 conglomerati.. e la Giunta che fa? Sospende il bando e aumenta le premialità sulle fusioni, in modo che anche quelle più limitate – e i cui contorni, di fatto, sono già ben ipotizzabili dagli addetti ai lavori – possano riuscire a far ottenere, ai soggetti interessati, le risorse desiderate.
La versione dell’Assessore? Il bando è stato sospeso e reimpostato perché, dopo la diminuzione dei fondi stanziati dal sistema camerale, si voleva preservare l’entità della premialità a favore delle fusioni; in sostanza, riducendosi la torta, si vuole però che alcune “fette” restino invariate, per quanto possibile.
Apprezziamo la “spontaneità” dell’Assessore, ma non possiamo che stigmatizzarne il pensiero, visto che – in sostanza – sta pacificamente ammettendo che il bando sia solo una “formalità” i cui criteri vengono modificati – a bando ormai aperto! – per ottenere gli specifici risultati voluti: ossia che determinati soggetti riescano a ottenere le risorse previste. Si tratta di uno scandalo che abbiamo già denunciato nelle opportune sedi politiche e che – come avevamo presagito – è ormai sfociato in un iter giudiziario che oggi rischia di bloccare le risorse regionali per un tempo indefinito, con buona pace dell’urgenza di credito per le piccole e micro imprese lombarde.
Abbiamo in ogni caso sfruttato questa occasione, oltre che per ribadire la nostra posizione, per avere un chiarimento con riguardo al futuro delle “controgaranzie” che – a oggi – sono messe a disposizione da Federfidi Lombarda nell’interesse dei Consorzi fidi associati, ma che – a partire dal 2015 – dovrebbero invece divenire competenza di Finlombarda SpA, la finanziaria di Regione Lombardia.
Violi ha domandato, in particolare, rassicurazioni con riguardo alla gestione diretta da parte di Finlombarda delle controgaranzie, nonché con riferimento alle tempistiche da ultimo promesse. Da un lato, infatti, ove le risorse regionali fossero gestite da enti terzi – e, dunque, da un ulteriore ente intermedio – vi sarebbe un’inevitabile diminuzione della responsabilità politica della Regione; dall’altro lato, invece, i sospetti sulle tempistiche appaiono del tutto fondati alla luce della precedente posticipazione: già ben prima di Settembre, infatti, Federfidi avrebbe dovuto compiere il passaggio di consegne in favore di Finlombarda SpA, salvo poi il contrordine che ha posticipato sino a oggi l’incarico della prima, non senza aver provocato difficoltà a quei Confidi – e, dunque, a quelle imprese – che avevano domandato controgaranzie a ridosso del termine originario.
L’Assessore ha assicurato che sarà la Stessa Finlombarda a gestire le risorse delle controgaranzie e che il termine del 2015 verrà rispetto. Dario violi ne prende atto favorevolmente, ribadendo però la sua immutata vigilanza: «l’anno nuovo è vicino».