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Ex-consiglieri senza vergogna: in 54 ricorrono contro il taglio dei vitalizi

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Gli ex-consiglieri regionali del Pirellone per anni hanno incassato stipendi d’oro, spesso e volentieri gestendo la Regione come fosse “cosa loro” e contribuendo a mandare nel baratro il nostro paese. Ma i cittadini evidentemente non avevano già pagato abbastanza e, “cornuti e mazziati”, assistevano impotenti a questi signori che, dopo il loro mandato, si intascavano vitalizi da 2.000, 3.000 o 4.000 € al mese a fronte di cifre ridicole versate.

Poi siamo arrivati noi del MoVimento 5 Stelle che, dopo una lunga battaglia, dopo mesi di denunce a mezzo stampa, proteste e, soprattutto, proposte, abbiamo ottenuto una sforbiciata ai vitalizi d’oro degli ex consiglieri regionali. Un orrore che costa alle casse della regione 7 milioni di euro all’anno e che ingrassa 221 ex politici di tutti gli schieramenti.

Parliamo di una riduzione del 10 per cento che gli ex-consiglieri cominceranno a percepire a 66 anni e non a 60, come qualsiasi dipendente pubblico. Più che un taglio onestamente si tratta di un rammendo, ma comunque un passo in avanti nell’opera di pulizia delle istituzioni nella quale siamo impegnati.

Evidentemente non si aspettavano che avremmo colto nel segno, che avremmo portato a casa una prima battaglia come promesso ai cittadini. Dormivano sonni tranquilli e invece li abbiamo svegliati. Un risveglio troppo brusco per le abitudini del privilegiato tipo. Un taglio del 10%? Troppo per la casta degli ex consiglieri regionali della Lombardia: secondo loro il beneficio non può essere messo in discussione! Così arriva la notizia del ricorso al TAR di 54 degli oltre 200 beneficiari del malloppo, tra cui, come riporta un articolo de Il Fatto Quotidiano 

“c’è pure chi con la giustizia ha già avuto a che fare, e non con quella amministrativa. Come l’ex assessore Domenico Zambetti, a processo per voto di scambio nell’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Regione, che nel 2013 s’è preso dal Pirellone 34.082 euro lordi. O come il ciellino Antonio Simone, il vecchio amico di Roberto Formigoni rimasto coinvolto in Mani Pulite e più di recente nelle inchieste sugli scandali della sanità. Guai a toccargli i suoi 59.154 euro annui. Una convinzione unisce tutti, al di là che siano di destra, centro o sinistra: i diritti acquisiti sono sacrosanti, di metterli in discussione nemmeno a parlarne.”

“La lista di chi ha presentato ricorso è lunga. Non vuole che vengano ridotti i suoi 46.641 euro incassati nel 2013 Alessandro Patelli, l’ex tesoriere della Lega arrestato nel 2002 per una mazzetta da 200 milioni di lire saltata fuori nell’inchiesta Enimont. E ancora: il cognato di Formigoni Giulio Boscagli (33.786 euro), anche lui coinvolto in un’inchiesta dell’era del Celeste, l’attuale assessore alla Casa del comune di Milano Daniela Benelli (50.054 euro), il consigliere a Palazzo Marino Roberto Biscardini (65.979 euro), l’ex sindaco di Milano Giampiero Borghini (70.783 euro), l’ex assessore provinciale Maria Chiara Bisogni (25.279 euro), l’ex assessore regionale socialista Michele Colucci (47.829 euro), l’ex governatore democristiano Giuseppe Giovenzana (39.219 euro), l’ex vicepresidente del consiglio regionale del Pdl Carlo Saffiotti (38.393 euro), uno dei 64 per cui la procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per le spese pazze dei gruppi consiliari.”

Al vitalizio gli ex-consiglieri sono aggrappati con le unghie e con i denti: il vitalizio ad ogni costo, il vitalizio prima di tutto. E’ il caso dei nominati politici nei diversi enti pubblici che,in base un emendamento del M5S inserito nella legge sul taglio dei vitalizi, devono scegliere se tenere il vitalizio o l’emolumento per l’altra poltrona su cui siedono. Tra questi, Mario Capanna, ex leader del Movimento studentesco, che grazie al nostro provvedimento è stato costretto a rinunciare al compenso del Corecom pur di continuare a percepire il vitalizio regionale.

Noi siamo senza parole. Tutte queste persone dall'”alto profilo istituzionale” hanno tessere di partito di ogni schieramento, da destra a sinistra. Queste persone sono lo specchio dei partiti che rappresentano, perché i rami marci si possono anche tagliare ma guarda il caso, in ogni situazione dove c’è da fare i propri interessi a discapito dei cittadini, poi ricrescono sempre dagli stessi alberi.

Ci aspettiamo che il TAR risponda a questi esponenti della casta come abbiamo reagito noi quando siamo venuti a conoscenza del ricorso: siete senza vergogna.

I portavoce del M5S Lombardia

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