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Riforma casa: grazie al M5S risolte alcune lacune ma legge rimane distante da nostra visione


La dichiarazione di voto di Iolanda Nanni 

Sì a investimenti prioritari sulle case popolari, sì al sostegno dei comuni per la gestione dell’emergenza abitativa, sì all’accelerazione della rimozione dell’amianto e sì a progetti di sorveglianza partecipata. Il Consiglio Regionale ha approvato 4 dei 6 ordini del giorno del M5S sulla riforma casa. Nonostante gli obiettivi raggiunti, il M5S ha espresso un voto contrario sul provvedimento giudicato “lacunoso” perché “trascura il forte bisogno di case popolari” e “non soddisfacente nel suo complesso: è una riforma bonsai, così come configurata la legge non segna la svolta attesa in Lombardia verso politiche abitative pubbliche realmente efficaci”.

Iolanda Nanni, consigliere regionale del M5S Lombardia, spiega: “abbiamo introdotto novità significative nel progetto di legge che si vanno ad aggiungere alle numerose modifiche che abbiamo proposto e ottenuto in Commissione. Grazie al nostro lavoro, abbiamo l’impegno della Giunta Maroni al sostegno prioritario dell’edilizia pubblica, alla promozione di politiche comunali di sostegno all’abitare, ad aumentare le risorse per la rimozione dell’amianto dal patrimonio Aler e all’attivazione di progetti di sorveglianza partecipata nei quartieri Aler con il coinvolgimento diretto dell’inquilinato e con la sinergia delle forze dell’ordine anche nell’ottica di prevenire occupazioni abusive e degrado. Andiamo così a risolvere alcune delle numerose lacune di questa legge intervenendo su problemi concreti e segnalazioni che ci sono arrivate direttamente dagli inquilini.


Iolanda Nanni presenta emendamenti e odg del M5S 

La legge proposta dalla Giunta regionale resta troppo sbilanciata sull’housing sociale e trascura il forte fabbisogno di case popolari che, per il 2018, è stimato a 400,000 alloggi contro i 160,000 attuali. Per scongiurare l’erosione del patrimonio pubblico e tutelare le categorie più fragili, il M5S a botta di emendamenti, ha ottenuto l’abbattimento di 15 punti percentuali (dal 20% al 5%) del tasso di vendita degli alloggi popolari, il divieto di mobilità forzosa per anziani e disabili, l’estensione delle agevolazioni alle unioni civili, la pubblicizzazione delle attività dei Fondi Immobiliari, la priorità per la riqualifica degli alloggi invenduti e inutilizzati rispetto alle nuove costruzioni, l’istituzione del Registro dell’Invenduto e della banca dati sulla morosità colpevole e le occupazioni abusive, sventando l’ingresso dei privati nella gestione del patrimonio ALER. Senza il nostro intervento questa legge sarebbe stata bel al di sotto dei reali bisogni delle famiglie. Abbiamo apprezzato le aperture della maggioranza alle nostre proposte ma non possiamo dirci soddisfatti della legge nel suo complesso. E’ rimasta inalterata la governance delle ALER e sono troppe le aperture a società private immobiliari senza garanzie di canoni adeguati ai redditi dell’utenza. Resta l’incognita della piattaforma digitale che non sarà operativa prima del 2018. Così come configurata la legge non segna la svolta attesa verso politiche abitative pubbliche realmente efficaci.”

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