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Brianzacque, i cittadini pagano il conto della cattiva gestione PD.

La Corte dei Conti a gennaio 2017 ha rilevato come le spese per consulenze in Brianzacque fossero eccessive: nonostante la società sia dotata di un ufficio legale che costa circa 500.000 euro l’anno, si versano lauti compensi a consulenti legali per patrocini e pareri di dubbia validità. Non solo: la Corte dei Conti aveva evidenziato anche un livello di retribuzioni, specie per quadri e dirigenti, che si colloca ben al di sopra di quanto percepito dal personale regionale preso come valido riferimento.

Considerato il notevole ricorso a consulenze esterne, i portavoce consiglieri M5S dei comuni soci di Brianzacque hanno proposto di esternalizzare totalmente l’ufficio legale: proposta che naturalmente non è mai stata presa in considerazione.

L’impressione è che si paghino avvocati per difendere comportamenti non proprio corretti.

Un esempio?

Nel 2016 Brianzacque ha perso in due tribunali diversi (Monza e Milano) una causa contro due dipendenti ingiustamente trasferiti in Amiacque a seguito di cessione di ramo d’azienda.

Le sentenze di condanna hanno imposto a Brianzacque il pagamento delle spese processuali pari a circa 10.000 euro a cui si somma la parcella di 33.000 euro dello studio legale Ichino dell’omonimo senatore PD: insomma l’ingiusto trasferimento di due dipendenti ha causato alla società un danno di circa 43.000 euro!

In una società realmente amministrata nell’interesse pubblico questo danno sarebbe stato facilmente evitato. Se Brianzacque avesse tenuto un comportamento conforme alla legge e rispettoso dei diritti dei lavoratori, i due dipendenti non avrebbero avuto motivo di fare causa né tanto meno l’avrebbero vinta.

Considerato il danno economico e l’ennesimo colpo all’immagine aziendale, peraltro già gravemente compromessa, direi che a questo punto un cambio del parterre di avvocati sarebbe il minimo in un’azienda seria.

Tra l’altro il dato politico che emerge è che il PD – che esprime la dirigenza sia di Brianzacque che di Cap Holding (altra società pubblica del settore) – è ancora una volta dalla parte dei datori di lavoro e della finanza. Difatti mentre lo studio legale Ichino difende la posizione un’azienda che non rispetta i diritti dei lavoratori (che per fortuna sono stati riconosciuti dai tribunali), in Cap Holding si temporeggia sulla possibilità di citare in giudizio le banche per i derivati, forse in attesa della prescrizione.

Qualcuno presenterà il conto a chi ha dato l’incarico allo Studio Ichino alla modica cifra di 33.000 euro? Qualcuno giustificherà perché si sceglie di “trasferire” proprio quei dipendenti e non altri che magari svolgono già una parte rilevante del proprio lavoro per Amiacque in regime di convenzione? E soprattutto, a pagare saranno ancora i cittadini oppure la politica si attiverà per far pagare l’errore a chi l’ha commesso?

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