“È inaccettabile che tre territori, per altro in aree distanti da grandi ospedali e poco servite in termini di trasporto pubblico, siano rimasti senza medici di base. È quello che succede alla salute dei cittadini lombardi, mentre il centrodestra litiga su come dividersi le poltrone della sanità. L’effetto di vent’anni di centrodestra in Lombardia è che, nel 2025, si possa restare senza medico di base da un giorno all’altro. Questa è la realtà quotidiana a Comazzo, Lavagna e Merlino. Anziani, cronici, famiglie per le quali al momento non esiste alternativa allo stato di abbandono.
Il Piano Socio-Sanitario Regionale e le risorse del PNRR prevedono il potenziamento delle aree fragili, ma nella realtà accade l’opposto non essendo il centrodestra nemmeno in grado di spendere le risorse a disposizione. Se non si è in grado di garantire la sanità nelle aree rurali, se i servizi invece che essere incrementati vengono sospesi non si sta governando, si sta fuggendo dalle proprie responsabilità. Per ovviare alle esigenze di questi territori occorre immediatamente un piano di emergenza: ambulatori mobili, telemedicina, assistenza domiciliare. È ciò che abbiamo chiesto alla Giunta attraverso l’interrogazione che ho presentato a mia prima firma. Regione Lombardia deve ripristinare il servizio sanitario di base nei tre comuni lodigiani, anche con soluzioni provvisorie. Dopodiché servono misure strutturali e incentivi per rendere la medicina generale attrattiva anche nei contesti rurali.
Infine, chiediamo strategie regionali serie, per evitare che questa emergenza si ripeta in altri territori fragili della Lombardia”.
