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Morte di parto. Fare chiarezza: un errore chiudere i punti nascita

donna incinta

Roberto Maroni ha ammesso che, sul caso di morte per parte di Brescia, gli ispettori del Ministero hanno rilevato “una qualche non perfetta aderenza alle procedure nella vicenda”. Per il M5S è necessario fare immediata chiarezza.

“Sul caso Brescia va fatta immediatamente chiarezza e aiuterebbe rendere pubblico il rapporto degli ispettori del Ministero della Salute, che abbiamo richiesto con un accesso agli atti. Tutti i cinque casi occorsi in Italia riguardano grandi e medie strutture ospedaliere. Non condividiamo quindi la scelta della Lombardia di chiudere i punti nascita che non superano i 500 parti all’anno. Il punto nascita è un servizio irrinunciabile per quei cittadini che vivono in periferia o in provincia, spesso in località non sufficientemente servite. Ogni nuovo taglio i servizi ai territori è intollerabile. In questo caso oltre al danno, la beffa: per tagliare i punti nascita ci hanno spiegato che le aziende ospedaliere grandi sono più sicure. La realtà è un’altra e il problema delle morti per parto va affrontato anche garantendo una turnazione del personale tra grandi e piccole strutture e un piano di nuove assunzioni. Gli ospedali sono in carenza di personale e chi fa turni infiniti è più suscettibile di errore. I tagli nefasti alla sanità del Governo Renzi e l’incapacità di Maroni di garantire risorse alla Sanità togliendole a inutili infrastrutture sono il corollario di una politica sanitaria scellerata”, così Dario Violi, Giampietro Maccabiani e Paola Macchi, consiglieri regionali del M5S Lombardia.

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