Preparare la guerra non significa garantire la pace. Significa solo alimentare nuove ingiustizie. Oggi l’Europa sta imboccando un vicolo cieco: si normalizza il linguaggio di guerra, si destinano 800 miliardi di euro in armamenti, mentre i cittadini faticano ad arrivare a fine mese.
In Consiglio regionale abbiamo assistito a uno spettacolo imbarazzante. Fratelli d’Italia e Forza Italia, invece di rispondere nel merito, hanno preferito insultare il Movimento 5 Stelle, rinfacciando l’operato del governo Conte e dimostrando una confusione totale – anche sui numeri. La Lega si è astenuta davanti alla mozione che abbiamo presentato, il PD non ha partecipato al voto. Un balletto di contraddizioni e imbarazzo, proprio quando servirebbe il coraggio di difendere le proprie idee.
Noi le nostre idee le abbiamo chiare. Mentre altri sostengono un’Europa che spende miliardi per la guerra, noi abbiamo presentato il nostro kit per il progresso: sanità, istruzione, trasporti, bollette accessibili, diritto alla casa. Perché la vera emergenza è sociale, non militare.
Abbiamo smascherato l’ipocrisia di chi, in pubblico, parla di pace e, nei fatti, sostiene il riarmo. Ma non ci basta. Vogliamo costruire un’alternativa con chi crede che la pace sia un valore irrinunciabile.
