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Rifiuti radioattivi a Parona: dopo la Regione, il M5S porta il caso anche in Senato

Nel Comune di Parona sono stoccati, all’interno di un capannone della ex-Vedani oggi Intals Somet s.p.a., oltre cento tonnellate di rifiuti di alluminio, in gran parte radioattive con presenza dell’isotopo radio 226, che dimezza la propria carica radioattiva dopo 1.600 anni. Il M5S è stata l’unica forza politica a sollevare il caso in Regione Lombardia con un’interrogazione a prima firma della Consigliera Regionale M5S Iolanda Nanni che ha subito informato i colleghi in Senato i quali si sono attivati tempestivamente con un’interrogazione a prima firma del Senatore M5S Carlo Martelli (scarica qui l’interrogazione in SENATO).

Al riguardo, il Senatore M5S Carlo Martelli dichiara: “Il caso di Parona segnalatomi dalla collega Nanni è molto preoccupante, per questo lo abbiamo attenzionato al Governo con un’interrogazione depositata il 26 maggio 2016. Lo stoccaggio di rifiuti radioattivi nei Paesi europei, di prassi, avviene in siti in profondità geologica, ad esempio miniere inattive, come in Germania. In Lomellina invece viene ipotizzato un deposito di rifiuti radioattivi in mezzo alla pianura e alle risaie, contiguo ai centri abitati: questo è inaccettabile e per questo motivo sollecitiamo l’intervento del Governo, e in particolare del Ministero dell’Ambiente, il quale ha diretta competenza sul trattamento dei rifiuti radioattivi. La Lomellina, sotto un profilo ambientale, è già un territorio martoriato, non possiamo consentire che ora diventi anche una discarica per rifiuti radioattivi”.

Sulla vicenda, la Consigliera regionale M5S Iolanda Nanni dichiara: “La Provincia di Pavia già detiene il triste primato di essere la seconda Provincia a livello nazionale per morti da inquinamento, e ora rischia anche di diventare una discarica di rifiuti radioattivi. Il M5S è l’unica forza politica ad essere intervenuta con atti istituzionali prima in Regione Lombardia ed ora in Senato per denunciare questa vicenda e per chiedere che i rifiuti radioattivi vengano spostati da Parona ad un sito più idoneo, vale a dire non in prossimità a centri abitati e non in aperta pianura e in mezzo alle risaie. Inoltre abbiamo anche sollecitato Regione e Ministero dell’Ambiente a valutare la gravità del fatto che dal 2011 (data del primo deposito di alluminio radioattivo a Parona) ad oggi, il sito di deposito dei rifiuti radioattivi non è a norma di legge sotto il profilo della gestione di materiali radioattivi (è un semplice capannone industriale) e che non tutti i cassoni contenenti l’alluminio radioattivo sono incapsulati nel cemento all’interno di fusti di acciaio, come richiede la normativa per evitare il rischio di dispersione di polveri radioattive nell’aria. Infine: chi ci può assicurare che un domani l’attuale sito di deposito dei rifiuti radioattivi non riceva, a pagamento, altri rifiuti radioattivi da altri territori oltre alle tonnellate già presenti? Parona rischia di diventare una discarica di rifiuti radioattivi: chiediamo quindi che Regione e Ministero intervengano tempestivamente per trovare un sito di deposito alternativo dei rifiuti radioattivi. C’è infine anche un problema di sicurezza: ad aprile e a maggio 2016, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, all’interno del capannone dove sono depositate le tonnellate di alluminio radioattivo, sono avvenute infrazioni e tentativi di furto. La situazione appare fuori controllo, è urgente l’intervento di Regione Lombardia e del Ministero”.

 

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